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Il re babilonese Nabucodonosor conquistò Gerusalemme, distrusse il primo Tempio e deportò la popolazione in Babilonia, dove gli Ebrei restarono come schiavi fino al 538.
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L'imperatore Tito conquistò la città ,la saccheggiò e ne conseguì la distruzione del Tempio. Iniziò una persecuzione totale e molti Ebrei abbandonarono la Palestina, dando inizio al fenomeno della diaspora.
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A seguito di una rivolta in Palestina, causata dalla decisione dell'imperatore di fondare a Gerusalemme una colonia denominata Aelia Capitolina, Adriano attuò una dura repressione: un migliaio di villaggi furono distrutti e i morti furono più di mezzo milione.
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La condizione degli Ebrei durante il periodo della prima crociata (1096-1099) subì un forte peggioramento caratterizzato da un forte fanatismo religioso. Solo a Magonza, nel 1096, vi furono più di 1000 morti e molto furono i suicidi di massa degli Ebrei.
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Anche durante la seconda crociata (1145-1149) le persecuzioni e gli atteggiamenti ostili nei confronti degli Ebrei non cessarono, nel 1146 in Germania i Crociati perseguitarono e uccisero gli Ebrei della Renania, ad Israele invece, migliaia di Ebrei furono bruciati vivi all'interno della sinagoga.
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Filippo II Augusto condannò con durissime pene gli Ebrei, molti dei quali furono anche arrestati.
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Dal 1289 al 1299 venne organizzata una serie di persecuzioni che interessò molte zone della Germania; morirono centinaia di migliaia di Ebrei, appartenenti in gran numero alle comunità di Wurzburg.
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Una massa di gente affamata, che si spostava per saccheggiare e distruggere qualsiasi cosa, durante il suo percorso sterminò alcune comunità ebraiche.
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Il sentimento di odio che le masse provavano nei confronti degli Ebrei, fece si che durante il periodo della "peste nera" i massacri raggiunsero il culmine. Le continue persecuzioni e il fanatismo popolare fecero in modo che le comunità ebraiche si isolassero ulteriormente e rafforzassero le forme meno razionali di religiosità.
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Questo fu un anno caratterizzato da un'ondata di massacri in Spagna e nelle isole Baleari, in cui vennero trucidati più di 50.000 di Ebrei. Solo a Siviglia vennero distrutte 23 sinagoghe e le restanti vennero trasformate in chiese.
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Su incitazione di un frate francescano italiano, San Giovanni da Capestrano, molti Ebrei furono perseguitati ed espulsi da molte città della Germania.
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Le leggi di Norimberga sono un insieme di leggi promulgate dalla Germania nazista che sancivano i molteplici divieti e le discriminazioni nei confronti degli Ebrei.
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Furono distrutte o incendiate quasi tutte le sinagoghe, i cimiteri e i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. Il numero delle vittime decedute è di difficile determinazione ed è stato stimato essere tra i 1 300 e i 1 500.
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Nel 1939 la Germania scatenò la Seconda Guerra Mondiale con la presa della città di Danzica e iniziò a deportare gli Ebrei nei campi di lavoro, chiamati così perché all'epoca gli Ebrei erano convinti che venissero condotti lì per poter trovare un lavoro sicuro, cosa che però non avvenne. Quei campi infatti si rivelarono presto campi di sterminio.