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La rivoluzione del 1848 fu essenzialmente strutturata e bilanciata a Palermo. La prima fase fu scelta di proposito affinché concordasse con il compleanno di Ferdinando II delle Due Sicilie, visto che lui stesso nato a Palermo nel 1810 nel corso dell'occupazione napoleonica del Regno di Napoli. Nei giorni che seguirono l’insurrezione, tra le vie di Palermo, venne appeso un manifesto che spronava i palermitani, e in generale i siciliani, a rivoltarsi.
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La Costituzione siciliana del 1848 fu la costituzione impiegata quell'anno nel pargolo Regno di Sicilia, la sezione siciliana del Regno delle Due Sicilie nello spazio della rivoluzione siciliana del 1848. Diffusa dal parlamento siciliano, quindi non permessa, valse come statuto costituzionale nel nuovo Regno di Sicilia, fino al maggio 1849 quando l'esercito di Ferdinando II delle Due Sicilie si riappropriò dell'isola.
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Lo Statuto può essere anche determinata come la costituzione del Regno di Sardegna. Questo significativo documento ha continuato a valere dal marzo del 1848 fino al biennio 1944-1946, in cui l'Italia grazie ad un referendum preferisce la forma di governo repubblicana, facendo sgombrare la forma di governamento monarchico. Questo atto è una carta costituzionale di genere flessibile e concessa. Per di più include tutta una sfilza di diritti e doveri dei cittadini.
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A causa dei moti rivoluzionari che travolsero in breve tempo tutta l'Europa, Papa Pio IX accettò la costituzione (Statuto Fondamentale del Governo Temporale degli Stati della Chiesa), ma seguendo il modello del sovrano delle Due Sicilie che però ebbe vita corta.
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Tra i politici scagionati rintracciamo Daniel Manin che annunciò la Repubblica di San Marco, ne fu nominato Presidente e nel corso dell'assedio della città nel 1848-49, offrì prova d'intelligenza, coraggio e saldezza.
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Giunge la notizia a Firenze delle 5 Giornate di Milano Leopoldo II secondo, dove dichiara guerra all'Austria e spedisce le truppe di De Laugier (Ministro della guerra del Granducato di Toscana).
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La prima guerra d'indipendenza italiana è un evento del Risorgimento. Fu lottata dal Regno di Sardegna e da volontari italiani contro l'Impero austriaco e altre nazioni conservatrici dal 23 marzo 1848 al 22 agosto 1849 nella penisola italiana.
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Lo squadrone di De Laugier, formato da poco meno di 6000 uomini per lo più studenti universitari volontari, ebbe l'ordine di fronteggiare Curtatone, Montanara, Vicenza e Radetzky dove mise fine la sua missione con successo.
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In questo lasso di tempo andremo incontro alle vincite che hanno ottenuto De Laugier e i suoi uomini in questi territori.
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La situazione dell'esercito sardo-piemontese era ceduta, e il re organizzò una ritirata verso l'Adda e Milano, dove i piemontesi vennero accolti da una città fredda e deserta, deluso di aver regalato una vittoria per poi ritrovarsi senza colpe in una sconfitta. Il re, per quanto avesse inizialmente respinto ogni proposta di abbandonare la città, decise il 4 agosto di mettere fine alla guerra con l'armistizio di Salasco.
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La mattina del 15 novembre 1848, giorno di riattivazione del Parlamento, Rossi fu pugnalato sulle scale del Palazzo della Cancelleria; il suo assassinio (di cui non si sanno ancora le motivazioni) fu l'inizio di una catena di episodi che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana.
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In seguito l’attacco al Quirinale e all'uccisione di Monsignor Palma, segretario del Papa, Pio IX scappa a Gaeta nella notte fra il 24 e 25 novembre 1848. Con la rovina del potere pontificio, il 9 febbraio 1849, il popolo romano dichiara la repubblica, chiamando a dirigerla una triarchia composta da Mazzini, Armellini e Saffi.