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Nasce a Bosisio , un piccolo comune oggi in provincia di Lecco, da una famiglia borghese di modeste condizioni (il padre era un piccolo commerciante di seta).
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Prima raccolta di versi in cui Parini è ancora immerso nel clima dell'Arcadia primo-settecentesca.
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Parini afferma che l'aristocrazia ha avuto origine dalla violenza e dalla rapina però nel PASSATO ha avuto anche un'IMPORTANTE FUNZIONE SOCIALE: difendere patria, rivestire magistrature, migliorare le colture (influenza dei classici). Per questo, Parini non condanna l'aristocrazia ma la vuole RIEDUCARE per portarla allo stato passato.
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Negli stessi anni in cui componeva le odi illuministiche, Parini lavorò ad un poema in endecasillabi sciolti che mirava a rappresentare satiricamente l'aristocrazia del tempo: il poema si sarebbe dovuto collegare all'impegno civile e illuministico delle prime odi. Esso aveva come descrizione la giornata tipo di un "giovin signore" della nobiltà milanese e nel progetto originale doveva articolarsi in tre parti: Il Mattino, Il Mezzogiorno e La Sera. Le prime due furono pubblicate nel 1763-1765.
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Prendendo spunto dagli esperimenti per la creazione di un vaccino contro la pericolosa malattia, esalta la scienza moderna contro ogni forma di pregiudizio e di oscurantismo.
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L'opera letteraria di Parini degli anni '60 era in accordo con il programma di riforme introdotto dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria la quale iniziò a dare incarichi amministrativi di grande importanza agli intellettuali illuministi di orientamento avanzato. Così dicendo, Parini iniziò come dirigente della Gazzetta di Milano.
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Le scuole palatine erano le scuole pubbliche istituite da Maria Teresa.
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La nascita del gusto neoclassico di Parini ha inizio quando egli entra a contatto nel 1776 con il pittore Andrea Appiani e l'architetto Giuseppe Piermarini (seguivano il nuovo orientamento neoclassico) in seguito all'aggregazione dell'Accademia di Belle Arti alle Scuole Palatine.
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Fatta da Agostino Gambarelli su approvazione del poeta.
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Muore a Milano poche ore dopo aver composto un sonetto intitolato "Predaro i Filistei l'arca di Dio, in cui lodava Dio di aver restituito Milano all'Austria, ma ammoniva anche i vincitori a non compiere nuove rapine e nuovi scempi, dopo quelli commessi dai francesi.
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Fatta da un ammiratore di Parini, Francesco Reina.