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Nel 1011 Liuzio si stabilisce insieme a due monaci nella grotta Arsicia denominata grotta di Cava.
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Nel 1020 il monaco Alferio ritirandosi a vita contemplativainizia la costruzione della chiesa presso l'attuale Badia.
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Nel 1025 il principe Guaimario III e Guaimario IV dall'abate Alferio ottennero la proprietà della grotta e del territorio cicostante.
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Viene fondato il catsello di Sant'Audiutore.
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Papa Urbano II consacra la nuova dei Benadettini.
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Nel 1265 Manfredi distrugge il corpo di Cava.
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Il castello di S. Adiutore viene distrutto da Roberto conte di Arros.
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Il 7 agosto del 1394 papa Bonifacio IX emette una Bolla con la quale eleva il territorio de la Cava a città e dispone la badia sede episcopale e cattedrale.
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Ladislao di Durazzo concede un diploma all'università della Cava con la quale riduce i pesi fiscali per la fedeltà mostrata a lui e a suo padre Carlo III.
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La regina govanna II di Angiò concede il titolo di città regia alla città della Cava.
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Cinquecento militi cavesi al comando del capitano Giosuè e Marina Longo soccorrono il re Ferdinando I presso Sarno. Secondo la tradizione per questo aiuto invia ai cavesi il celebre diploma bianco.
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L'abate don Cristiano de Alessandro acconsente all'Episcopato Autonomo confermato dalla bolladi Papa Leone X.
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Alla morte della regina Giovanna Cava rientra definitivamente nel Demanio.
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La strada che conduce da Napoli a Salerno viene fatta spianare per il passaggio dell' imperatore Carlo V e delsuo esercito imperiale.
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La peste miete centinaie di vittime.
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Carlo II riconferma tutti i privilegi della città della Cava.
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Un'alluvione distrugge alcuni casali di Cava.
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Nel 1806 Cava viene divisa da Vietri-
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Con il regio decreto numero 535 del 23 ottobre a Cava viene associata de' Tirreni.
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La badia viene soppressa come sede monastica e riconosciuta monumento nazionale.
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Cava diviene nuova stazione di soggiorno.
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Tra il 25 e il26 ottobre del 1954 Cava viene scossa da un violento nubifragio.
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La diocesi di Sarno viene separata da Cava mentre la diocesi di Cava si unisce all'arcidiocesi di Amalfi.
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Nel 872 d.C. nelle pergamene trovate alla Badia scritte nel codice cavanse è citato il locum priatu uno dei casali di Cava de' Tirreni.