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Nei mille anni che precedono la nascita di Gesù Cristo abitarono la Sicilia prima i Fenici (che fondarono Palermo, e le diedero il nome di Ziz, fiore), poi i greci e infine i Romani (fino al 476 d.C.) che diedero alla nostra città il nome di Panormus (dal greco, tutto porto) che, con poche modifiche (l'arabo Balharm) è giunto fino a noi.
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Con la caduta di Roma la Sicilia è occupata nel 553 dai bizantini (impero romano di Oriente, con sede a Costantinopoli, l’odierna Istanbul) che vi rimangono per tre secoli.
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Due secoli dopo, la Sicilia viene conquistata dai Normanni nel 1060. Ma non si assiste ad una cacciata dei musulmani: ai mercanti, gli artigiani e più in generale alla popolazione musulmana (ma anche di altre razze e religioni) viene consentito di continuare a vivere e ad esercitare la propria professione. L'integrazione delle due culture produrrà risultati artistici e letterari notevoli.
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La dominazione sveva inizia nel 1194. Sotto il governo di Federico II la Sicilia raggiunge inarrivabili vette in campo politico, giuridico, artistico e letterario.
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La loro mala signoria, come era definita da Dante, gli invalse l'odio dei Siciliani che insorgono per cacciarli e favorire l'avvento della corona spagnola Aragonese (Vespri Siciliani, 1282).
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Nel 1516 la Sicilia passò sotto la diretta dominazione spagnola. Per 200 anni, fino al 1713, il viceregno è retto dagli Asburgo. La dominazione spagnola fu molto apprezzata in Sicilia.
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Nel 1734 la città divenne dominio dei Borboni di Napoli, che resisteranno fino all'Unità d'Italia (1860).
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Unità d'Italia
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Nell'827 inizia uno dei periodi più felici della città, sotto il dominio arabo.
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