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I villaggi della valle del Tevere, più o meno in corrispondenza dell'isola Tiberina, si uniscono in una nuova entità politica: la città di Roma.
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Nei primi secoli di vita Roma è governata dai proverbiali sette re
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Con la cacciata dei re, Roma diventa una repubblica aristocratica. La governano i patrizi, ma i plebei premono per ottenere riconoscimento.
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Dalla piccola città liberata dalla supremazia etrusca alla potenza mediterranea
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Al termine delle guerre civili, a prendere il potere è il figlio adottivo di Cesare, Ottaviano. Sgominati tutti i nemici (l'ultimo Marco Antonio), è il padrone di Roma e avvia una trasformazione definitiva.
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Nei primi due secoli e mezzo dell'Impero si susseguono diverse dinastie di imperatori (giulio-claudia, flavia, antonina, severa). Gli imperatori si avvalgono ancora, sia pure con alti e bassi, della classe senatoriale e l'amministrazione segue fondamentalmente la falsariga tracciata da Augusto.
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Morto l'ultimo dei Severi, Alessandro Severo, si apre una fase di circa cinquant'anni in cui si susseguono crisi militari interne ed esterne, al termine delle quali l'Impero uscirà trasformato
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Con la fine relativamente ingloriosa della dinastia dei Severi, comincia un'epoca di crisi: i generali si disputano il possesso dell'Impero, i barbari premono ai confini, alcuni territori defezionano (l'Impero delle Gallie o il regno di Palmira, ad es.). L'economia ristagna.
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Diocleziano sale al trono e porta a termine il lento processo di recupero che si cominciava ad intravedere negli ultimi anni del cinquantennio di crisi
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Prima con Diocleziano e poi con Costantino si consolida la nuova veste dell'Impero. Più militarizzato, controllato, burocratico e, a partire da Costantino (307-337) anche cristiano.
La data finale è contraddistinta dal sacco di Roma da parte del goto Alarico, che rende evidente la nuova crisi che investe l'impero. -
nel 410 Alarico, capo goto in precedenza al servizio di Roma, saccheggia la città eterna ritenendo di non aver ricevuto da Roma quanto promesso. La data marca un momento simbolico enorme ed è il simbolo della crisi in cui Roma già da qualche anno (almeno dalle invasioni del 402) sta versando.
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Le invasioni barbariche aumentano in numero ed intensità. Sia la parte occidentale sia quella orientale sono sotto una fortissima pressione. Ma se l'Oriente resiste, l'Occidente, nonostante la fiera resistenza, finisce per soccombere. Nel 476 è deposto l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo.
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Odoacre, goto, depone Romolo Augustolo, che comunque non era stato riconosciuto dall'Impero Orientale (che invece riconosce Giulio Nepote, morto solo nel 480).
Roma tornerà sotto autorità imperiale con Giustiniano, ma per l'Occidente si apre l'età dei regni romano-barbarici.