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Accordo privato siglato da Caio Giulio Cesare, Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso per dividersi il potere. Cesare promette di assegnare terre ai veterani di Pompeo e di attuare riforme per classe sociale dei cavalieri.
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Terminato l'anno da console Cesare ottiene la carica di proconsole della Gallia Cisalpina. Cesare accettò questo comando immaginando che sarebbe stato facile per lui trovare un pretesto per sconfinare in Gallia e ottenere quelle vittorie militari di cui lui, a differenza di Pompeo, era privo, marche erano assolutamente indispensabili per ottenere fama e potere a Roma.
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I triumviri si incontrano a Lucca e prolungano l'accordo e decisero di prorogare il comando della Gallia Cisalpina a Cesare per altri cinque anni e di affidare il consolato dell'anno successivo a Pompeo e Crasso. Successivamente Crasso sarebbe partito per l'Oriente, mentre Pompeo avrebbe ottenuto il governatorato della Spagna.
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Crasso per eguagliare i successi militari di Pompeo e Cesare attacca l'impero dei Parti ma viene sconfitto e ucciso. La sua morte segna la fine del primo triumvirato mentre Pompeo, che teme la crescente popolarità di Cesare si riavvicina al senato.
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A Roma ci sono violenti scontri tra i sostenitori di Cesare e Pompeo. Milone, uomo di fiducia di Pompeo, uccide Clodio, luogotenente di Cesare, ancora in Gallia. Il suo mandato sta per finire e vorrebbe presentare la sua candidatura, sperando in una vittoria al consolato e nella conseguente immunità. Il Senato pretende che Cesare torni a Roma da privato cittadino per presentare la propria candidatura. Cesare intuisce che tornato a Roma senza la protezione dell'esercito verrebbe arrestato.
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Cesare vorrebbe presentare la sua candidatura senza tornare a Roma; tornerebbe solo a condizione che anche Pompeo sciolga il suo esercito. Di fronte al rifiuto del senato decide di varcare in armi il fiume Rubicone; fiume che segnava il confine dell'Italia; in questa occasione Cesare avrebbe pronunciato la celebre frese: "Alea iacta est" (cioè: "Il dado è tratto") per indicare che la decisione ormai era stata presa e non restava che attendere le conseguenze.
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Il Senato e Pompeo fuggono in Grecia. Cesare li insegue e li sconfigge a Farsalo. Pompeo fugge in Egitto, dove regna il giovane Tolomeo XIII, per cercare aiuto: i consiglieri di Tolomeo gli suggeriscono di farlo uccidere per compiacere Cesare. Quando quest'ultimo arriva in Egitto e chiede di consegnarli Pompeo, riceve la sua testa, imbalsamata. Si dice che il generale, a quella vista, si sia messo a piangere. Per vendetta depone Tolomeo e pone sul trono d'Egitto la sorella Cleopatra.
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Cesare, dopo aver sconfitto gli ultimi seguaci di Pompeo, ritorna a Roma e si fa nominare dittatore a vita accumulando nelle sue mani un potere di fatto assoluto, pur senza farsi proclamare re.
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Dopo la congiura il console Marco Antonio, fidato generale di Cesare perde tempo, concede l'amnistia ai congiurati, ma rende pubblicamente noto alla plebe il testamento del dittatore che donava al popolo denaro, e suscita un'andata di protesta contro i cesaricidi che fuggono da Roma.
Alla lettura del testamento diventa noto che il suo erede non è Antonio, ma Ottaviano, diciottenne nipote di Cesare. -
Un gruppo di senatori ordisce una congiura contro Cesare nel tentativo estremo di restaurare gli ordinamenti della Repubblica. Fanno parte dei congiurati Cicerone, Cassio e Bruto, figlio adottivo di Cesare alle Idi di marzo (15 marzo 44 a.C.), prima dell'inizio di una seduta del senato Cesare viene accerchiato dai congiurati e ucciso da ventitré pugnalate proprio sotto la statua del rivale Pompeo.
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Cicerone comincia le famose Filippiche contro Marco Antonio, ne pronuncerà 14 nei mesi seguenti. Sempre dello stesso anno sono le opere De fato; Cato Maior de senectute; Laelius de amicitia; De officiis; De divinatione.
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Ottaviano inizialmente si allea con il senato contro Antonio, ma poi improvvisamente raggiunge un accordo con lui e con Lepido, altro generale di Cesare, il secondo triumvirato che a differenza del primo, che era un accordo privato di spartizione del potere, è una magistratura straordinaria, quinquennale.
Istituiscono liste di proscrizione contro i nemici e contro gli assassini di Cesare. -
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Le truppe dei triumviri sconfiggono in Grecia l'esercito dei cesaricidi; Bruto e Cassio vistisi perduti si tolgono dal vita.
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Ottaviano, Antonio e Lepido si spartiscono l'impero: a Ottaviano l'Italia e l'Occidente, a Lepido l'Africa, ad Antonio l'Oriente. Per rafforzare l'accordo Antonio sposa la sorella di Ottaviano, Ottavia. Negli anni successivi tra i due cresce la tensione, in oriente Antonio intraprende una relazione con Cleopatra, da cui ha dei figli. Probabilmente ha intenzione di creare in oriente un regno personale. Lepido si fa da parte e lascia l'Africa a Ottaviano.
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Sesto Pompeo, che controlla la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e il Peloponneso è riconosciuto dal Triumvirato con il Patto di Misenum. Il patto aiuta a garantire i rifornimenti di grano a Roma. Per sancire questo patto, Marco Antonio (vedovo di Fulvia) sposa Ottavia minore, sorella di Ottaviano, mentre questi (divorziato da Clodia) sposa Scribonia, parente di Sesto Pompeo.
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Marco Antonio, Ottaviano e Lepido firmano il Trattato di Tarentum, estendendo il Secondo triumvirato fino al 33 a.C.
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L'Impero partico (247 a.C.-224 d.C.) o arsacide fu una delle potenze politiche e culturali iraniche nell'antica Persia.
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La battaglia navale di Nauloco fu combattuta il 3 settembre del 36 a.C. tra la flotta di Sesto Pompeo, figlio di Gneo Pompeo Magno, e quella di Marco Vipsanio Agrippa, ammiraglio di Ottaviano, nei pressi di Nauloco in Sicilia. La disfatta di Sesto segnò la definitiva sconfitta dei partito pompeiano e la fine della sua opposizione al Secondo triumvirato.
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Antonio ripudia Ottavia che scatena in Italia una dura campagna diffamatoria contro il nemico, lo presenta come un traditore della patria e dei valori di Roma, corrotto dalle usanze orientali.
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Il Senato romano dichiara guerra a Marco Antonio e Cleopatra; Ottaviano è proclamato dux e l'Occidente giura un patto di lealtà a lui; per riuscirci, Ottaviano pubblica illegalmente le volontà testamentarie di Antonio, in cui il triumviro richiede la sepoltura ad Alessandria e in cui lascia i domini d'Oriente ai suoi figli.
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Si arriva allo scontro militare, in una battaglia navale ad Azio, al largo della Grecia, dove la flotta di Ottaviano sconfigge quella di Antonio che aveva l'appoggio anche delle navi di Cleopatra. I due amanti, sconfitti, fuggono ad Alessandria dove si uccidono prima dell'arrivo delle truppe romane.
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Ottaviano annette l'Egitto quale provincia romana in seguito all'estinzione della dinastia tolemaica.
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Il primo principe è Augusto.
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Il principato, instaurato nel 27 a.C. da Augusto, segnò il passaggio dalla forma repubblicana a quella autocritica dell'impero: senza abolire formalmente le istituzioni repubblicane, il principe (in latino princeps) assumeva la guida della res publica e ne costituiva il perno politico.
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Durata: 14-37 d.C.
Caratteristiche:
1- Governo rispettoso delle istituzioni repubblicane
2- Amministrazione oculata delle provincie
3- Consolidamento dei confini -
Durata: 37-41 d.C.
Caratteristiche:
1- Affermazione del potere assoluto del principe
2- Modello di Monarchia Assoluta orientale
3- Dissennata politica economica -
Durata: 41-54 d.C.
Caratteristiche:
1- Riorganizzazione dell'amministrazione
2- Programma di opere pubbliche
3- Ampliamento dell'impero -
Durata: 54-69 d.C.
Caratteristiche:
1- Affermazione del potere assoluto del principe
2- Incremento della spesa pubblica -
Il periodo tra la morte di Nerone e la salita al trono di Vespasiano, che ricopre gli anni 68 e 69 d.C, è chiamato Anno dei Quattro Imperatori a causa della situazione politica molto instabile che si creò dopo la fine della dinastia Giulio - Claudia, che portò al governo di ben 4 diversi imperatori nel giro di quasi un anno: Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano.
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Durata: 69-79 d.C.
Caratteristiche:
1- Definizione per legge dei poteri del principe
2- Risanamento delle finanze pubbliche
3- Consolidamento del Limes -
Durata: 79-81 d.C.
Caratteristiche:
1- Governo rispettoso delle decisioni del Senato -
Durata: 81-96 d.C.
Caratteristiche:
1- Affermazione del potere assoluto del principe
2- Accorta gestione amministrativa ed economica dell'Impero -
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Ogni imperatore doveva scegliere il suo successore in base alle qualità e alle sue capacità di gestione dello stato.
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La cittadinanza romana fu estesa a tutti gli abitanti dell'impero.
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Durata: 235-284 d.C.
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Periodo: 235-238
Proclamato imperatore dai soldati che avevano ucciso Alessandro Severo e riconosciuto dal senato, viene ucciso dall’esercito nel 238 -
Caratterizzata da:
Un’instabilità politica causata da:
-strapotere dell’esercito
-drastico ridimensionamento del ruolo del senato
Aumento della minaccia esterna causata da:
-popolazioni germaniche sul confine settentrionale
-Sasànidi sul confine orientale
Per difendersi dai quali nascono l’Impero delle Gallie e il Regno di Palmira (due entità autonome) -
Proclamato imperatore dall’aristocrazia fondiaria africana; viene ucciso con il figlio dal legato di Numida fedele a Massimino il Trace.
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Acclamati dal senato, vengono uccisi dai pretoriani.
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Periodo: 238-244
Militare eletto dai pretoriani; viene condannato nel 244 -
Periodo: 244-249
Si autoproclama imperatore; viene ucciso da Decio. -
Periodo: 249-251
Proclamato imperatore dal suo esercito; muore combattendo contro i goti nel 251. -
Periodo: 251-253
Proclamato imperatore dai suoi soldati; nel 253 viene ucciso con il figlio da Emiliano. -
Periodo: 253-268
Proclamato imperatore dai suoi soldati; nel 260 muore prigioniero dei persiani; Gallieno viene assassinato nel 268. -
Usurpatori.
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Periodo: 260-261
Proclamati imperatori dall’esercito d’Oriente; nel 261 Macriano è sconfitto da Aurelio, generale di Valeriano, e Quieto viene ucciso da Odenato, principe di Palmira. -
Periodo: 260-268
Forma uno stato separatista nelle Gallie; muore nel 268. -
Periodo: 260-268
Forma uno stato separatista nelle Gallie; muore nel 268. -
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Usurpatore, sconfitto da Gallieno nel 268.
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Periodo: 268-270
Eletto imperatore dall’esercito con l’approvazione del senato. -
Periodo: 270-275
Negli stessi anni diversi usurpatori si proclamano imperatori nelle Gallie, in Dalmazia, in Siria. -
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Diocleziano mise al potere due Augusti e due Cesari. I Cesari rappresentavano i successori degli Augusti.
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Costantino prese il potere, dopo la morte del padre, e riunì l'impero. Costantino fondò una nuova capitale che si chiamava Costantinopoli.
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Per editto di Milano si intende l'accordo sottoscritto nel febbraio 313 dai due Augusti dell'impero romano, Costantino per l'Occidente e Linicio per l'Oriente, in vista di una politica religiosa comune alle due parti dell'impero.
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Venne convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l'unità dogmatica, minata da varie dispute, in particolare sull'arianesimo; il suo intento era anche politico, dal momento che se tali dispute non fossero state risolte avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all'impero in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione.
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I Visigoti, stanchi del piccolo territorio concesso loro da Valente, cominciano a razziare le città vicine. L'Imperatore invia delle truppe per fermarli ma queste vengono sbaragliate dal nemico nei pressi della città di Adrianopoli, all'Interno dei confini imperiali.
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Con l'Editto di Tessalonica del 380, Teodosio impone che la Religione ufficiale dell'Impero è il Cristianesimo e chiunque credeva in qualche altra religione era perseguibile.
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A opera dei vandali; dopo esso nessun imperatore fu più in grado di far fronte alle invasioni.
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