Incoronazione

La crisi dei poteri universali.

  • 1250

    Crisi imperiale

    Il potere politico subì una forte crisi nel XIV sec. Federico II influenzò fortemente le sorti dell’impero. Dal 1250 esordì il grande interregno durante il quale incrementò il particolarismo feudale tipico tedesco. Si affermarono numerosi principati territoriali ove il sovrano non riusciva a imporsi. D’altronde, in Germania era molto diffusa la concezione che il sovrano dovesse essere eletto e dunque non si poteva più contare su una continuità dinastica.
  • 1273

    Rodolfo d'Asburgo

    Rodolfo d'Asburgo
    Nel 1273 i grandi feudatari tedeschi elessero Rodolfo d’Asburgo, il quale si focalizzò sul consolidamento del potere in territorio tedesco. Sottrasse i ducati di Austria, Stiria e Carinzia al regno di Boemia. Il controllo sull’odierna Svizzera fu ostacolato dalla rivendicazione di autonomia dei cantoni, che si allearono in una Lega antiasburgica, gettando le basi per la nascita della Confederazione elvetica.
  • 1294

    Elezione di Celestino V

    Elezione di Celestino V
    Il papato, verso l’epilogo del XIII secolo, entrò in un periodo di crisi provocato dalle lotte fra le grandi famiglie aristocratiche romane ( Colonna, Orsini, Caetani ). Nel 1294 venne eletto papa Celestino V, che permise temporaneamente di intravedere un barlume di speranza per il rilancio spirituale della chiesa. Ben presto abdicò, non riuscendo a prevalere sulla curia romana.
  • 1296

    Bonifacio VIII

    Bonifacio VIII
    Venne successivamente eletto Bonifacio VIII che, sulla base di Gregorio VII e Innocenzo III, perseguì determinatamente la supremazia ecclesiastica sui poteri terreni. Inevitabile fu lo scontro contro il re di Francia Filippo IV il Bello, il quale abolì l’immunità fiscale del clero francese. Nel 1296 Bonifacio VIII impose di non pagare tributi senza il suo consenso e Filippo bloccò qualsiasi forma di prebenda proveniente da Roma.
  • 1300

    Giubileo

    Giubileo
    Nel 1300 a Roma fu indetto il primo giubileo al fine di mostrare esplicitamente la forte influenza ecclesiastica. Fu un giubileo che riscontrò notevole successo. Esso prevedeva l’indulgenza plenaria per tutti i pellegrini che si sarebbero recati a pregare sulle tombe di Pietro e Paolo. Fu ingente il numero di persone che affluirono, dimostrando così l’autorità dell’istituzione ecclesiastica.
  • 1309

    Cattività avignonese.

    Nel 1302 Bonifacio VIII emanò la bolla pontificia Unam Sanctam per affermare il principio di superiorità della Chiesa. Filippo inviò dei delegati nel palazzo di Anagni, a Roma, per arrestare il papa, che pare sia stato anche schiaffeggiato.
    Filippo il Bello, dopo la morte di Bonifacio, impose l’elezione di papa Clemente V che stabilì Avignone come sede pontificia. Si tratta della cosiddetta cattività avignonese che perdurò dal 1309 al 1377. Venne eletto Giovanni XXII dal conclave.
  • 1322

    Ludovico il Bavaro

    Ludovico il Bavaro
    Nel 1312 salì al potere Enrico VII di Lussemburgo e dopo di lui vi fu lo scontro fra Federico d’Asburgo, duca d’Austria e Ludovico, duca di Baviera.
    Nel 1322 vi fu la prevaricazione di Ludovico, il quale auspicava in una nomina imperiale dopo la proclamazione a re di Roma. Giovanni XXII si oppose e lo scontro fra papato e impero si ripresentò.
  • 1347

    Cola di Rienzo

    Cola di Rienzo
    Lo Stato pontificio mantenne una certa influenza nella monarchia francese e indebolì il proprio controllo sul territorio italiano. A Roma rivestì un ruolo di spicco Cola di Rienzo che, proclamandosi tribuno della plebe nel 1347, cercò di instaurare un governo repubblicano con il riconoscimento della corte pontifica. Intervenne la nobiltà che distrusse il consenso di Cola di Rienzo. Il cardinale aragonese Albornoz emanò le Costituzioni egidiane restaurando il dominio papale sull’Italia centrale.
  • 1356

    Bolla d'oro

    Bolla d'oro
    Alla morte di Ludovico di Baviera, salì al potere Carlo IV, esponente dell’illustre casa di Lussemburgo, che emanò nel 1356 la “Bolla d’oro”, documento che chiariva il modus operandi per l’elezione dell’imperatore, il cui potere riguardava l’area tedesca. L’elezione imperiale spettava a sette grandi elettori: tre ecclesiastici e quattro laici. Il sovrano aveva un’autorità limitata alla Germania, la quale era divisa in una pluralità di entità politiche.
  • 1378

    Scisma d'Occidente

    Scisma d'Occidente
    La stabilizzazione fu temporanea, poiché dal 1378 fino al 1409 la comunità cristiana fu dilaniata da uno scisma. Per il successore di Papa Gregorio XI, ritornato a Roma nel 1377, nel conclave i sovrani francesi si opposero alla scleta della maggioranza, poiché a loro dire esito dell’influenza della nobiltà di Roma e, per questo, scelsero un altro pontefice con sede ad Avignone. La matrice era fondamentalmente politica. Per quarant’anni la cristianità occidentale vide due/tre pontefici.
  • 1409

    Alessandro V

    Alessandro V
    In questo clima di divisione e conflitto si affermarono le posizioni conciliariste: ideologie secondo cui il capo assoluto della Chiesa è il concilio, l’assemblea dei vescovi, che nomina e conferisce potere al Papa. Si riunì il Concilio di Pisa del 1409 che nominò Alessandro V e depose i due pontefici di Roma e di Avignone. L’esito fu l’aggiunta di un terzo papa.
  • 1410

    Rivolta in Boemia

    Emblematica fu la rivolta in Boemia contro i due colossi universali. In particolare, Sigismondo di Lussemburgo, re di Germania eletto nel 1410, tentò di risanare lo scisma della comunità cristiana occidentale, ma dovette affrontare rivolte popolari incessanti. Le rivolte contestavano soprattutto la Chiesa e l’Impero e, a tal proposito, in Boemia, ciò avvenne in modo rilevante dopo l’arrivo delle tesi di Wycliffe. Alcuni membri della chiesa ceca e soprattutto Jan Hus raccolsero tali ideologie.
  • 1414

    Concilio di Costanza

    Concilio di Costanza
    A Costanza, per dirimere le controversie dello scisma, si tenne un concilio dal 1414 al 1418. Alla fine vi fu una ricomposizione della comunità e venne eletto papa Martino V, con cui la Chiesa tornò ad avere un governo unitario con una sola figura spirituale. Vi fu inoltre la prevaricazione delle tesi conciliariste.
  • 1433

    Martirio di Jan Hus

    Martirio di Jan Hus
    Sigismondo attuò il martirio di Hus, mandandolo al rogo. I ribelli, trovandosi senza il proprio esponente spirituale, incrementarono la loro impetuosità. Martino V e Sigismondo, nel 1433, sconfissero i taboriti, volti a istituire uno stato improntato sulla carità evangelica. Gli altri ribelli accettarono di dare un epilogo alla rivolta, ma con alcune concessioni religiose: uso della lingua ceca durante la liturgia e assumere l’eucarestia sia con pane che con vino ( i cosiddetti utraquisti).