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Burzio nasce a Torino, figlio unico di Antonio Burzio (ingegnere) ed Enrichetta Prette, in un ambiente familiare piccolo-borghese
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Burzio frequenta la scuola elementare "Antonio Rosmini" (Scuola Moncenisio)
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Burzio consegue la licenza fisico-matematica presso il R. Istituto Tecnico "G. Sommeiller" (medaglia d'oro della Camera di Commercio e Arti di Torino)
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Burzio si iscrive al R. Politecnico al corso di laurea in Ingegneria civile
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Al terzo anno, Burzio passa a Ingegneria industriale meccanica
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Burzio si laurea in Ingegneria industriale meccanica con 100/100 e lode, con una tesi supervisionata da M. Panetti
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Panetti a propone a Boselli, direttore del Politecnico, la nomina di Burzio ad «assistente esclusivo per la cattedra di Meccanica applicata alle macchine» e «l'assistenza all’insegnamento di Aeronautica» -
Burzio è nominato assistente alla cattedra di Meccanica applicata e assistente ordinario di Costruzioni aeronautiche
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Con l'entrata in guerra dell'Italia, Burzio viene richiamato alle armi ma, a causa di un problema cardiaco, non è inviato al fronte. Viene assegnato ai servizi tecnici di artiglieria come sottotenente, venendo poi promosso a tenente e dedicandosi a studi sperimentali di balistica e alla progettazione di bocche da fuoco.
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Burzio è congedato dal servizio militare, dopo aver svolto diversi studi e esperimenti legati al secondo problema balistico
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Burzio inizia a collaborare con importanti testate giornalistiche (La Ronda di G. Prezzolini, La Rivoluzione Liberale di P. Gobetti, il Saggiatore, Il Baretti, Primo Tempo, La Rassegna d’Italia, La Revue des Vivants, La Revue du Palai, il Neue Schweizer Rundshau, ...)
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Inizia a collaborare con il quotidiano torinese La Stampa
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Burzio è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, aderendo apertamente al movimento antifascista. -
Burzio consegue la libera docenza quinquennale in Balistica esterna
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Burzio diviene docente di ruolo sulla cattedra di Meccanica razionale presso la Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio di Torino, incarico che manterrà fino al 1943.
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Burzio vince il Premio Monthyon di Meccanica, assegnato dall'Istituto di Francia, per la sua formalizzazione della soluzione al secondo problema balistico.
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Burzio è insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
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Burzio partecipa al 3° Congresso internazionale di meccanica applicata che si svolge a Stoccolma
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Gli viene confermata in via definitiva la libera docenza in Balistica esterna
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Burzio presta giuramento al regime fascista, ma non si tessera al PNF.
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Burzio è nominato Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
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Burzio pubblica l'opera "Il demiurgo e la crisi occidentale" (Milano, Bompiani). Pur annoverato come il «vero trionfatore» del Concorso letterario Viareggio XI, non fu premiato dalla giuria a causa della sua opposizione al fascismo. -
A Burzio è conferita l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
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Burzio partecipa al 4° Congresso internazionale di meccanica applicata che si svolge in Inghilterra, a Cambridge, e presenta un intervento intitolato "Soluzioni sperimentali del secondo problema balistico"
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Burzio tiene un ciclo di conferenze in Bulgaria, presso l'Università di Sofia, su invito di K. Popoff
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Burzio è l'unico italiano a partecipare al 5° Congresso internazionale di meccanica applicata che si svolge a Cambridge, in Massachusetts
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Burzio si sposa con Maria Luisa Guelpa
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Nascita del figlio Antonio, unico figlio della coppia.
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Trasferimento temporaneo a Lucca, in seguito allo spostamento della sede dell'Accademia Militare.
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Con la caduta del fascismo, durante i “quarantacinque giorni” del Governo Badoglio, assume la direzione de La Stampa. -
Con l'occupazione di Torino, Burzio è condannato a morte dal tribunale nazifascista e costretto a trascorrere un periodo di clandestinità nei pressi di Andrate, sotto il falso nome di Caramora.
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Burzio assume la direzione de La Nuova Stampa, guidando il quotidiano durante la ricostruzione post-bellica -
Burzio è eletto all'unanimità membro corrispondente stampa e socio onorario dal Comitato Internazionale di Soccorso, in quanto personalità che non si era compromessa con il nazifascismo e che aveva svolto un’attività notevole nella Resistenza
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Burzio è nominato Socio corrispondente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche (Categoria VII – Sezione Scienze Sociali e Politiche) dell’Accademia Nazionale dei Lincei
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Burzio si spegne a Ivrea, per insufficienza cardiaca, e viene sepolto a Cunico Monferrato.
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A Burzio viene intitolata una via del centro di Torino, già parte di Corso Beccaria.
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Viene istituita la Fondazione "Filippo Burzio", con sede presso il Palazzo dell'Arsenale di Torino